Un film dimenticato di Woody Allen è ora disponibile gratis su RaiPlay. Scopri perché Rifkin’s Festival è il titolo perfetto per le tue serate d’autunno.
In un momento in cui si cerca il giusto film da guardare senza stress e senza costi, spunta su RaiPlay un titolo sorprendente: “Rifkin’s Festival”, il film dimenticato di Woody Allen disponibile gratis in streaming.
Settembre è quel mese in bilico tra l’estate che sfuma e l’autunno che avanza. Le giornate si accorciano, le coperte tornano sul divano e la voglia di film intensi, riflessivi, magari anche un po’ malinconici si fa sentire. È il periodo ideale per recuperare quei titoli sfuggiti tra un’estate caotica e un inverno pieno di novità. E se c’è un regista che sa raccontare con ironia e profondità il senso del tempo che passa, è proprio Woody Allen.
Spesso, tra un blockbuster e l’altro, si dimenticano film più piccoli, delicati, usciti nel momento sbagliato o mai promossi davvero. Ma quando la qualità bussa alla porta, è meglio non farla aspettare troppo. E su RaiPlay, “Rifkin’s Festival” è lì, pronto ad accogliere chi cerca qualcosa di diverso dal solito.
Immagina una sera d’inizio settembre, in giardino con le prime foglie che scricchiolano sotto i piedi o in salotto con una tisana calda tra le mani. Le luci basse, il cellulare lontano, e sullo schermo un film che non urla, ma sussurra. Un film che parla d’arte, d’amore e di rimpianti. È proprio in momenti così che ci si accorge di aver bisogno di cinema vero.
Rifkin’s Festival: il film “minore” che racchiude tutto Woody Allen
“Rifkin’s Festival” è stato girato in Spagna e presentato nel 2020, in piena pandemia. Uscito in sordina, quasi invisibile nelle sale italiane, è uno di quei film che si sono persi nel caos dell’attualità. Eppure, chi lo guarda con attenzione, scopre che racchiude tutto ciò che ha reso Woody Allen un maestro del cinema.
Il protagonista, Mort Rifkin, è un ex professore e aspirante scrittore americano in vacanza con la moglie al Festival del cinema di San Sebastian. Lei, ufficio stampa di una casa di distribuzione, è impegnata a seguire un giovane regista emergente. Lui si annoia, riflette, si perde nei suoi pensieri e… si innamora, o meglio, si lascia ammaliare da una dottoressa spagnola. Ma più che una trama d’azione, qui c’è una riflessione profonda e ironica su ciò che accade dentro: la paura della vecchiaia, l’insoddisfazione cronica, i sogni abbandonati troppo presto.
Ci sono momenti in bianco e nero, omaggi ai grandi del cinema europeo. Ci sono dialoghi densi ma mai pretenziosi, ci sono silenzi che dicono più di mille parole. E c’è San Sebastian, splendida e malinconica, quasi fosse un personaggio aggiunto. Il film sembra una passeggiata tra i pensieri di un uomo che ha vissuto tanto e si domanda ancora se abbia vissuto bene.
Perché è il momento perfetto per riscoprire Woody Allen
Capita spesso che ci si dimentichi della filmografia più recente di grandi registi, soprattutto quando le luci dei riflettori si spostano altrove. Eppure, proprio ora, guardare o riguardare un film come questo può essere terapeutico. Rifkin’s Festival è un film che parla a chi si sente fuori posto, a chi si ferma un attimo e si guarda dentro.
Ecco cosa si trova in questo piccolo gioiello:
- Una Spagna cinematografica che incanta con i suoi colori caldi e i tramonti infiniti.
- Una colonna sonora discreta che accompagna senza invadere.
- Una narrazione che non ha bisogno di colpi di scena, ma solo di verità emotive.
- Un cast sorprendente: Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel e persino Christoph Waltz in un’apparizione divertente e surreale.
Allen non ha più l’urgenza di dimostrare nulla, e si percepisce. È un film libero, personale, intimo. Una specie di confessione mascherata da commedia. Ed è questo che lo rende così umano.
Dove vederlo e perché farlo subito
Chi ha già familiarità con RaiPlay sa bene quanto sia ricca la sua offerta, soprattutto per quanto riguarda il cinema d’autore gratuito. Ma spesso capita di perdersi tra i titoli, senza sapere cosa davvero meriti il proprio tempo. “Rifkin’s Festival” è tra quei film che non gridano per attirare l’attenzione, ma che lasciano qualcosa dentro.
Basta cercarlo sulla piattaforma, senza bisogno di registrazioni complicate o abbonamenti. In pochi clic, il viaggio comincia. E proprio perché si tratta di un film “dimenticato”, guardarlo adesso ha un sapore diverso: è come recuperare una lettera rimasta chiusa troppo a lungo in un cassetto.
Un consiglio? Guardarlo senza distrazioni, magari in una sera silenziosa. Non perché sia lento o impegnativo, ma perché è pieno di quei dettagli che si colgono solo se si presta davvero attenzione. Ed è così che il film riesce a fare centro, con la sua tenerezza stanca e il suo umorismo gentile.
In un periodo in cui il cinema sembra spesso urlare, Rifkin’s Festival parla a bassa voce. Ma a volte, proprio le voci più leggere sono quelle che restano.
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