Scott Adkins è un cecchino braccato nel thriller d’azione “Take Cover”, ora disponibile su Prime Video: una trappola ad alta tensione tra grattacieli e sensi di colpa.
“Take Cover” non è il solito film d’azione urlato e fracassone. Qui si respira tensione vera, quella che ti tiene incollato allo schermo mentre tutto intorno si fa silenzioso. Al centro, un uomo solo contro un nemico invisibile. Scott Adkins veste i panni di un cecchino disilluso, chiuso in una gabbia di vetro e cemento, in un thriller diretto da Nick McKinless che punta tutto sulla pressione psicologica e sul senso di vulnerabilità. Si crede spesso che servano effetti speciali e location esotiche per costruire una buona storia. Eppure, a volte basta un attico e una finestra da cui può partire il colpo fatale. Qui l’azione è tutta lì, incastrata in uno spazio chiuso, dove ogni passo può essere l’ultimo. E proprio questa scelta rende il film interessante.
Per chi ha voglia di qualcosa che mescoli suspense, azione e un pizzico di inquietudine, senza l’ennesimo supereroe di turno, potrebbe essere l’occasione giusta per premere play. Tanto, una volta iniziato, è difficile staccarsene.
Scott Adkins in “Take Cover” su Prime Video: il cecchino che diventa preda
Sam Lorde non è uno che sbaglia. Ex tiratore scelto, anni di carriera nell’ombra, missioni portate a termine con freddezza chirurgica. Ma qualcosa si rompe. Forse un colpo andato male. Forse solo il peso di una vita passata a guardare nel mirino. E allora arriva quel momento in cui si vuole solo sparire. Peccato che il passato non lasci scampo. L’ultima missione, accettata quasi controvoglia, diventa una trappola. Sam si ritrova bloccato in un attico con il suo fidato compagno e due civili, presi di mira da un altro cecchino appostato su un edificio vicino. Non si capisce da dove arrivi il fuoco, chi ci sia dietro, e soprattutto: come uscirne vivi?
C’è qualcosa di disturbante nella calma apparente di quel luogo. Le pareti di vetro, la luce fredda, il silenzio interrotto solo dai colpi improvvisi. E quando l’azione scatta, è dura, fisica, ravvicinata. Adkins qui dà il meglio di sé, portando sullo schermo l’esperienza da stuntman e la precisione delle sue mosse. Ogni combattimento ha un suo ritmo, quasi coreografato, ma mai patinato. Certo, i cliché non mancano: il soldato tormentato, il compagno ironico, la superiora ambigua. Ma qualcosa funziona. Forse perché non si finge di reinventare il genere, ma si cerca di farlo respirare un po’ di più. E questo basta.
Un action-thriller tra paranoia, filosofia e vetrate infrante
Non è solo una questione di colpi sparati e pugni ben assestati. C’è anche un tentativo – qua e là – di scavare un po’ più a fondo. I personaggi parlano, si confrontano, si pongono domande. Alcuni dialoghi toccano temi insospettabili per un film del genere: fede, senso della vita, colpa. Ogni tanto suonano un po’ forzati, sì, ma almeno si prova a dire qualcosa.
Il film resta sempre in equilibrio tra azione e riflessione. A volte traballa, va detto. Ma nel complesso regge. C’è quell’atmosfera di “assedio invisibile” che funziona, che alimenta un’ansia sottile e costante. Ed è questo che tiene lo spettatore incollato.
In mezzo a tutto questo, ci sono alcuni dettagli che lasciano il segno:
- Combattimenti ravvicinati che non sembrano mai finti.
- Spazi ristretti che aumentano il senso di pericolo.
- Un uso intelligente della luce e delle trasparenze.
- Battute brevi ma ben piazzate, soprattutto nei dialoghi tra colleghi.
- Una tensione latente, che cresce scena dopo scena.
Niente di perfetto, ma neppure qualcosa che si dimentica dopo cinque minuti. E di questi tempi, non è poco.
“Take Cover” su Prime Video: perché vale la visione
Nel grande mare dei titoli disponibili in streaming, “Take Cover” si ritaglia un suo piccolo spazio. Non vuole stupire con effetti visivi o grandi colpi di scena. Piuttosto, punta sulla tensione costante e sull’abilità fisica di Adkins, che riesce a portare avanti il film quasi da solo.
Non è un prodotto impeccabile. Alcune sequenze sono tirate per i capelli, e certi passaggi sembrano un po’ scollegati. Ma quando si guarda un film del genere, non si cerca la coerenza assoluta. Si cerca coinvolgimento, ritmo, una buona dose di suspense.
E questo, in fondo, è ciò che “Take Cover” offre. Una serata di cinema senza troppe pretese, ma con quel qualcosa che tiene viva l’attenzione. Perfetto per chi ha voglia di staccare la testa, ma non del tutto.
Non cambierà il genere, non diventerà un cult. Però, a suo modo, lascia il segno.
E per un film low budget che arriva in punta di piedi su Prime Video, è già un bel risultato.
Foto@Prime Video