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Serie e TV

“Pino” su Netflix: il documentario che racconta l’anima musicale di Pino Daniele

“Pino” su Netflix è il documentario che racconta con delicatezza e verità l’anima musicale di Pino Daniele, tra immagini inedite, musica viscerale e uno sguardo intimo che commuove senza retorica.

“Pino” su Netflix
“Pino” su Netflix: il documentario che racconta l’anima musicale di Pino Daniele

Non è la solita biografia agiografica, non è un documentario celebrativo. Questo film, diretto da Francesco Lettieri, restituisce al pubblico l’essenza autentica di un artista che ha cambiato il suono dell’Italia, partendo dal cuore di Napoli e attraversando generazioni. Lo fa senza voce narrante, senza effetti drammatici, ma con una narrazione sincera, fatta di musica, immagini, silenzi e un ritmo visivo che sembra accordarsi al battito delle sue canzoni.

C’è un’energia viva che attraversa il film, come se ogni scena custodisse un frammento ancora pulsante di ciò che era Pino. Un racconto asciutto, emotivo e coinvolgente, capace di portare chi guarda dentro il mondo di Pino, come se lo si stesse ascoltando suonare dal vivo, ancora una volta. E in quel momento, tutto il resto scompare.


Un documentario musicale che non spiega, ma fa sentire

Francesco Lettieri, regista già noto per “Ultras” e i videoclip di Liberato, costruisce con “Pino” un film personale, lontano dalle convenzioni. Non c’è una cronologia rigida, non ci sono interviste o spiegazioni superflue: ci sono frammenti di concerti, home video, foto di famiglia, sguardi e movimenti che parlano da soli.


Il montaggio, sincopato e quasi musicale, accompagna le immagini come una melodia visiva. L’effetto è quello di un viaggio dentro una memoria collettiva, ma anche profondamente personale. Napoli non è solo sfondo, è parte viva del racconto, come lo sono i musicisti che hanno accompagnato Pino: James Senese, Tullio De Piscopo, Tony Esposito, fino a Eric Clapton.

Il film restituisce un uomo complesso, che ha saputo unire il blues al dialetto napoletano, la rabbia alla dolcezza, l’arte all’identità. E lo fa evitando qualsiasi tentazione celebrativa.

Un’opera intima che attraversa la musica e una stagione culturale

Ci sono artisti che si raccontano da soli. E “Pino” lascia spazio proprio a questo. Le immagini parlano, la musica costruisce il ritmo emotivo del film. Lettieri non vuole spiegare chi era Pino Daniele, ma riportarne in vita l’atmosfera, il suono, il cambiamento fisico e interiore.


Dietro ogni fotogramma c’è un senso di perdita consapevole ma non malinconica. La scelta registica è chiara: niente nostalgia a buon mercato, ma un incontro autentico con l’uomo e il suo tempo.

La Napoli degli anni Ottanta e Novanta, il fermento culturale, la trasformazione sociale e musicale fanno da contrappunto al racconto. Non c’è un intento didascalico, ma si intuisce chiaramente che quella musica nasceva da un contesto, da una frattura, da un’urgenza.


Un valore aggiunto? Il film è stato realizzato con il supporto della famiglia di Pino, che ha aperto l’archivio personale. Questo permette di vedere anche il lato più umano dell’artista: il padre, l’uomo, il corpo che cambia, l’artista che resta.

Un’esperienza da vivere più che un film da guardare

“Pino” non è un documentario da ascoltare distrattamente in sottofondo. È un viaggio emotivo che richiede attenzione, tempo, silenzio. Perché ogni dettaglio è costruito per lasciare spazio al sentire, più che al sapere.


Non c’è un messaggio unico, ma tanti livelli di lettura. Chi conosce bene Pino Daniele ritroverà il suo spirito, le sue trasformazioni, la sua voce inconfondibile. Chi lo ha solo sfiorato, scoprirà un artista che ha reinventato il linguaggio della musica italiana, con coraggio, poesia e una sensibilità rara.

Non servono effetti speciali, quando basta un accordo di chitarra a evocare tutto. “Pino” su Netflix è una piccola gemma nel panorama del cinema musicale italiano. Una dichiarazione d’amore alla musica, ma anche al dubbio, alla ricerca, alla verità. Perché, come Napoli, anche Pino Daniele era fatto di mille sfumature. E questo film le lascia parlare tutte.

Foto © Netflix


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