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Life style

Perché le foglie cambiano colore e cadono in autunno: la spiegazione scientifica

Le foglie che cambiano colore e cadono in autunno nascondono un mondo di processi complessi e affascinanti. Un viaggio tra clorofilla, pigmenti e ingegno naturale.

Perché le foglie cambiano colore e cadono in autunno: la spiegazione scientifica

C’è un momento, ogni anno, in cui l’aria cambia sapore. Le giornate si accorciano, il sole si fa più pigro e l’odore di fumo di legna comincia a infilarsi tra le strade di paese. È lì che inizia la trasformazione. Gli alberi, come se avessero fatto un patto silenzioso, decidono di lasciar andare il verde. Le chiome esplodono in una danza lenta di colori: gialli dorati, rossi che sembrano usciti da un vecchio vino, arancioni intensi come certe bucce di zucca lasciate ad asciugare. Ogni foglia diventa un piccolo quadro che, prima di cadere, si concede il lusso di farsi notare.

Ma questa bellezza, per quanto ci incanti, non è fatta per noi. Le piante non fanno spettacolo: si preparano. L’autunno, per loro, è tutto tranne che poesia. È una fase pratica, necessaria, in cui si sistemano le cose prima del grande silenzio dell’inverno.


Perché le foglie diventano rosse, gialle, arancioni

Durante l’estate, le foglie sono fabbriche instancabili. Il loro verde non è un caso: è la clorofilla, una sostanza che aiuta le piante a catturare la luce e trasformarla in nutrimento. Ma appena la luce inizia a scarseggiare, quella clorofilla sparisce poco a poco. E lì sotto, nascosti come vecchi colori su un muro scrostato, spuntano altri pigmenti.


I carotenoidi erano già lì, nascosti. Portano con sé il giallo del grano e l’arancio delle zucche. Gli antociani, invece, nascono solo adesso, quando le giornate si fanno più corte e l’aria punge. Danno alle foglie quel rosso intenso che a volte sembra finto. Ogni albero reagisce a modo suo, e anche nello stesso ramo si possono vedere sfumature diverse. Dipende dal tipo di pianta, dal freddo notturno, dalla luce del giorno e da come respira la terra.

Le foglie non cadono per caso

Vederle scendere piano, come se non avessero fretta, è uno dei gesti più familiari dell’autunno. Ma quella caduta non è né triste né casuale. È necessaria. Le foglie diventerebbero un peso inutile col freddo. Rimarrebbero lì, esposte al gelo, rompendo rami e facendo perdere risorse preziose.

Tutto comincia quando la pianta smette di produrre auxina, un ormone che tiene unita la foglia al ramo. Alla base del picciolo, nel punto in cui si attacca al ramo, si forma lo strato di abscissione: un cuscinetto di cellule che lentamente chiude i rubinetti. Acqua e nutrimento smettono di passare. La clorofilla si dissolve. E la foglia, diventata ormai inutile, si lascia andare.


È un gesto silenzioso, ma pieno di senso: alleggerirsi, chiudere i conti, prepararsi al riposo.

I colori che proteggono

Quello che chiamiamo “foliage” non è solo uno sfoggio estetico. I pigmenti che colorano le foglie hanno compiti ben precisi. I carotenoidi, per esempio, proteggono le cellule dal sole e dagli sbalzi di temperatura. Gli antociani, invece, fanno un lavoro ancora più interessante: agiscono come filtri naturali contro la luce troppo forte, evitano che la pianta si “scotti” nei giorni ancora soleggiati e, soprattutto, permettono di riassorbire gli ultimi zuccheri dalla foglia prima che cada.


Ogni sfumatura, insomma, ha il suo perché. E ogni variazione racconta qualcosa di quello che sta succedendo dentro l’albero.

Quando le foglie toccano terra

Una volta cadute, le foglie non scompaiono. Non sono spazzatura. Lì inizia un altro pezzo della storia. Sul terreno, cominciano a disfarsi, lentamente. Diventano humus, arricchiscono la terra, nutrono le radici. Alcune proteggono il suolo dal gelo, altre offrono riparo a piccoli insetti o animali in letargo.


È un ciclo che si ripete ogni anno, con la stessa logica paziente. Nulla viene sprecato, tutto viene riutilizzato. La caduta delle foglie, da questo punto di vista, è un gesto generoso: lasciare andare ciò che non serve più per nutrire ciò che verrà.

Clorofilla e i suoi misteri

Per quanto si sappia molto su questi processi, restano ancora domande senza risposta. Non è del tutto chiaro, ad esempio, cosa succeda esattamente alla clorofilla quando si degrada. Alcuni studi parlano di trasformazioni chimiche complesse, forse con ruoli che vanno oltre la semplice scomparsa del verde.

Pare che da quella degradazione nascano nuove sostanze, ancora poco comprese, che potrebbero aiutare la pianta in modi che oggi non conosciamo. Forse proteggono, forse comunicano. Di certo, mostrano quanto la natura abbia ancora angoli nascosti da esplorare.

Perché le foglie cambiano colore e cadono in autunno

Camminare tra le foglie che scricchiolano sotto i piedi, in fondo, è anche questo: entrare in una stagione in cui tutto rallenta, ma nulla è fermo davvero. Gli alberi si preparano, in silenzio, a rinascere.

Foto © stock.adobe


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