Only Murders in the Building 5 sorprende ancora: misteri, guest star e riflessioni tra ironia e colpi di scena. Ecco perché questa serie giallo resta tra le più amate su Disney+.
Torna con la quinta stagione Only Murders in the Building, la serie giallo che, tra ironia e mistero, continua a conquistare il pubblico con una formula brillante e mai stanca. Disponibile su Disney+, il nuovo capitolo aggiunge un’altra tessera a un puzzle narrativo che non delude mai.
Quando l’aria comincia a farsi più fresca e le giornate si accorciano, niente batte il piacere di rientrare a casa, accendere una luce soffusa e lasciarsi catturare da una storia intrigante. Tra le serie che più sanno interpretare questa esigenza di evasione e curiosità, Only Murders in the Building occupa ormai un posto speciale. Ambientata nel cuore di New York, tra i muri pieni di segreti dell’Arconia, riesce a unire il gusto per il mistero con una vena comica irresistibile. Un mix che nella stagione 5 si fa ancora più maturo, pur restando leggero e piacevole.
Le atmosfere autunnali fanno da cornice perfetta a una narrazione che sa essere sia elegante che irriverente, capace di far riflettere con un sorriso sulle labbra. Perfetta da gustare sul divano, ma anche durante un viaggio in treno o una serata tra amici, la serie diventa compagna ideale per chi ama il giallo classico ma cerca qualcosa di nuovo. E non serve aver visto le stagioni precedenti per restare affascinati dal fascino bizzarro di questo trio investigativo.
Immagina un momento di relax: magari in terrazza, con una tazza di tè caldo tra le mani e una coperta sulle gambe. Il cellulare vibra, è uscita la nuova puntata. E il pensiero è solo uno: chi sarà il prossimo sospettato?
Il ritorno all’Arconia e il mistero di Lester
La stagione 5 di Only Murders in the Building si apre con un nuovo caso, e come da tradizione, un cadavere che rompe la fragile quotidianità dell’Arconia. Questa volta a perdere la vita è Lester, il portiere dello stabile, figura discreta ma sempre presente. Il suo corpo viene trovato nella fontana del cortile: non sembra un incidente, e di certo non è un caso banale.
La narrazione parte subito in quarta, coinvolgendo il trio Charles, Oliver e Mabel in un’indagine che li riporta ai fasti delle prime stagioni. La chimica tra i protagonisti è tornata più viva che mai, dopo una terza stagione un po’ sottotono. Il ritmo narrativo è serrato ma ben bilanciato, tra interrogatori, podcast e siparietti comici.
Questa stagione introduce anche una nuova dimensione alla trama: il tema del potere e del privilegio. L’arrivo di miliardari eccentrici e personalità influenti, interpretate da volti noti come Christoph Waltz e Renée Zellweger, sposta il baricentro dalla semplice indagine a una riflessione sul controllo, sulla reputazione e sull’identità sociale. Si torna anche a esplorare passaggi segreti e anfratti dell’Arconia, quasi fosse un organismo vivo, un personaggio a sé stante.
Intrighi, nuovi volti e satira sulla società moderna
L’aspetto più affascinante della quinta stagione è la sua capacità di rinnovarsi senza perdere l’anima. Ogni episodio è ricco di colpi di scena, ma anche di riferimenti culturali, ironia metanarrativa e momenti di grande delicatezza. La serie si prende gioco dei cliché del genere investigativo, ma lo fa con rispetto, regalando momenti di puro intrattenimento.
Tra i nuovi personaggi spiccano anche Téa Leoni e Dianne Wiest, che aggiungono sfumature alla sottotrama legata a una famiglia mafiosa e a una misteriosa scomparsa. Intanto il sindaco di New York (Keegan-Michael Key) approfitta del caso per fare campagna elettorale, offrendo una sottile critica al mondo politico e mediatico.
Le puntate si muovono tra generi diversi: dal giallo classico al noir, dalla commedia teatrale alla mafia story parodica. Ogni scelta registica contribuisce a costruire un prodotto fresco, dinamico e mai scontato. Le scenografie e i costumi amplificano la sensazione di essere immersi in una New York viva, stratificata, dove ogni corridoio nasconde una storia.
La forza dei personaggi e la riflessione sul cambiamento
Uno dei segreti del successo di Only Murders in the Building sta nell’evoluzione dei personaggi. Nella quinta stagione, si scopre un lato più intimo di Charles, Oliver e Mabel, alle prese non solo con un omicidio, ma anche con le loro vite che cambiano. La vecchiaia, le incertezze, le nuove tecnologie che invadono il quotidiano: tutto si mescola con naturalezza al ritmo dell’indagine.
Il contrasto tra analogico e digitale diventa uno dei fili conduttori. Da un lato, l’attaccamento al passato, alle abitudini rassicuranti. Dall’altro, l’impatto della modernità, rappresentata da influencer, piattaforme e intelligenza artificiale. La serie non prende posizione, ma invita a riflettere: è possibile restare autentici in un mondo che cambia così in fretta?
L’Arconia resta il simbolo perfetto di questa tensione. Un luogo sospeso tra passato e presente, dove ogni appartamento è un microcosmo. E proprio da questi dettagli nasce l’affezione del pubblico: è facile riconoscersi nei piccoli drammi e nelle grandi risate che accompagnano ogni episodio.
Con la sua miscela di mistero, comicità e profondità, Only Murders in the Building 5 si conferma come una delle serie più intelligenti e godibili del panorama attuale. E se anche la formula può sembrare ormai familiare, è proprio questa familiarità a renderla irresistibile.
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