Menu Chiudi
Viaggi

Castrovalva: il borgo fantasma d’Abruzzo che ti lascerà a bocca aperta

Scopri Castrovalva, il minuscolo borgo abruzzese incastonato tra le montagne, dove arte, natura e tradizioni si intrecciano in un’atmosfera fuori dal tempo.

Castrovalva: il borgo fantasma d’Abruzzo che ti lascerà a bocca aperta

Nel cuore dell’Abruzzo, stretto tra pendii rocciosi e silenzi antichi, si nasconde un luogo che sembra uscito da una vecchia incisione. Castrovalva non ha bisogno di effetti speciali per incantare. Bastano i suoi 37 abitanti, le case in pietra e una vista che sembra disegnata a mano. È un borgo che non fa rumore, ma lascia il segno.

Passeggiando tra i suoi vicoli, il tempo pare rallentare. Non è solo la quiete a colpire, ma quella sensazione rara di trovarsi fuori mappa, in un angolo d’Italia dimenticato dai circuiti turistici ma mai dal cuore di chi ci arriva.


Un borgo millenario abbarbicato sul crinale

Le origini di Castrovalva si perdono tra pieghe lontane della storia. Si racconta che sorse grazie agli abitanti di cinque villaggi vicini, che decisero di unirsi in un unico insediamento su questo sperone di roccia. Un gesto di sopravvivenza, forse. O forse di lungimiranza.


Chi oggi lo visita, trova testimonianze di un passato che ha lasciato tracce indelebili. La Chiesa di San Cesidio, che risale al XIII secolo, veglia sul borgo con la sua facciata austera. Non troppo distante si erge ancora il vecchio palazzo baronale, muto custode di epoche lontane.

Qui, ogni pietra ha una storia. Ogni balcone racconta di feste religiose, di giornate scandite da campane e processioni. Non c’è bisogno di grandi musei: basta restare in silenzio e ascoltare ciò che le mura sussurrano.

Escher e Castrovalva: un incontro inciso nella storia

Non è un caso se Maurits Cornelis Escher, in uno dei suoi viaggi in Italia, si sia lasciato incantare proprio da questo minuscolo borgo. Era il 1929, e l’artista olandese si trovava in Abruzzo. Quando raggiunse Castrovalva, fu colpito dalla sua posizione vertiginosa, dai tetti aggrappati alla roccia, dalle prospettive che sembravano sfidare la logica.


Ne nacque la celebre litografia “Castrovalva“, dove l’artista restituì su carta quel senso di sospensione che ancora oggi si avverte arrivando quassù. Se si percorre la strada a tornanti che porta al paese, c’è un punto preciso – segnalato – da cui si può osservare esattamente il panorama immortalato da Escher.

Un piccolo momento di connessione tra arte e paesaggio, tra occhi che guardano e mani che ricordano.


Natura abruzzese e sentieri nascosti

Tra le cose da fare a Castrovalva, camminare non è un consiglio: è quasi un dovere. Il borgo è immerso nella Riserva Naturale delle Gole del Sagittario, un angolo selvaggio dell’Abruzzo dove la natura detta ancora le regole.

I sentieri partono dalle case e si tuffano nel verde: si cammina tra boschi fitti, tratti esposti, antichi tratturi e scorci da togliere il fiato. Chi ama l’escursionismo qui trova pane per i suoi scarponi, ma anche chi vuole solo sgranchirsi le gambe può godere di percorsi semplici e rigeneranti.


E poi ci sono i suoni. Il fruscio delle foglie, il canto degli uccelli, l’eco lontano dell’acqua. Tutto qui sembra progettato per farti respirare più lentamente, ascoltare di più.

Cosa vedere e fare a Castrovalva, oltre ai panorami

Nonostante le dimensioni ridotte, Castrovalva ha molto da offrire. Più che in quantità, il suo fascino sta nella qualità dell’esperienza. Ci sono piccole cose che vale la pena cercare:

  • Fermarsi al belvedere al tramonto, quando il cielo si accende e il borgo si colora di rosa.
  • Scattare una foto dalla curva dedicata a Escher, con lo stesso sguardo che ebbe lui.
  • Visitare la chiesa, spesso chiusa ma a volte aperta per eventi o celebrazioni locali.
  • Chiacchierare con gli abitanti, sempre pronti a raccontare storie vere, con quella calma che ormai si è persa altrove.

E se si capita in estate o a inizio settembre, si può assistere a una delle feste religiose che ancora animano il borgo. Le processioni, i canti, i piatti tipici: tutto rispecchia una vita ancora legata ai cicli antichi.

Vivere a Castrovalva: quotidianità sospesa

C’è chi direbbe che un borgo di 37 abitanti non possa offrire molto. Eppure, chi resta qui lo fa per scelta. Non c’è isolamento, ma un diverso modo di vivere il tempo. Le giornate si rincorrono senza frenesia, i rapporti umani sono diretti, autentici.

Durante le festività, come quelle dedicate a San Michele Arcangelo o alla Madonna della Neve, il paese si trasforma. Arrivano i figli degli emigrati, si aprono le case chiuse, si cucina insieme. In quei giorni, Castrovalva sembra moltiplicarsi e diventare di nuovo una piccola comunità viva.

E poi, anche nei mesi più tranquilli, c’è sempre qualcosa da fare: curare l’orto, sistemare i muretti a secco, preparare conserve. Azioni lente, che riempiono il tempo senza sprecarlo.

Castrovalva: dove la bellezza si nasconde nel silenzio

Non è un posto per chi cerca movida o ristoranti stellati. Castrovalva è per chi vuole ascoltare il silenzio, per chi ama osservare le cose piccole, per chi ha bisogno di una pausa reale.

Non serve fare grandi programmi. Basta arrivare, sedersi su un muretto e guardarsi intorno. Lì, tra pietre antiche e vento che profuma di bosco, ci si accorge che non tutto è perduto. Che esistono ancora angoli di mondo dove il tempo si prende il suo spazio.

Castrovalva borgo fantasma d'Abruzzo

Un viaggio qui non cambia la vita, forse. Ma lascia un’impronta sottile. Di quelle che tornano in mente quando tutto il resto sembra correre troppo in fretta.

Foto © stock.adobe


Segui YourMag.it su


Articoli Correlati