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Giardinaggio

Albero di giada: come fare talee e farle radicare velocemente in acqua e in terra

Vuoi moltiplicare il tuo albero di giada? Scopri come fare talee in terra o da foglia, farle radicare con successo e prenderti cura delle nuove piantine senza stress.

Albero di giada: come fare talee e farle radicare velocemente in acqua e in terra

L’albero di giada, con quelle foglie carnose che sembrano fatte di cera, è una di quelle piante che conquistano senza fare troppa scena. Cresce lenta, ma tenace. Non chiede molto e sa ricambiare con una bellezza sobria, quasi zen. Chi ne possiede una lo sa: è difficile non affezionarsi. Ma come moltiplicarla per averne altre o magari per regalarla a qualcuno? Bastano poche mosse e un po’ di pazienza.

Propagare l’albero di giada: perché conviene davvero

Far nascere nuove piantine di Crassula ovata non è solo un modo per risparmiare qualche euro. C’è qualcosa di profondamente soddisfacente nel veder spuntare radici da un ramo reciso. Un gesto semplice, quasi ancestrale, che permette di trasformare un piccolo frammento in una nuova vita vegetale.


Il bello è che la giada si presta volentieri: non fa capricci e attecchisce con facilità, purché si rispettino alcune semplici accortezze. Il metodo più diffuso è quello delle talee, che si possono far radicare sia in acqua sia in terra. Entrambi i metodi funzionano, ma hanno tempi e dinamiche leggermente diversi. In ogni caso, è bene partire sempre da una pianta madre sana, perché da lì dipenderà tutto il processo.


Come moltiplicare la Crassula ovata direttamente nel terreno

Chi ha un po’ di dimestichezza con le piante lo sa: mettere una talea in terra ha il suo fascino. Non serve nulla di complicato, solo attenzione e qualche piccolo strumento.

  • Si comincia scegliendo un rametto lungo almeno 3 o 5 cm, meglio se robusto e privo di macchie. Si taglia appena sotto un nodo fogliare, usando una lama affilata e pulita.
  • Le foglie più basse vanno eliminate, così da lasciare spazio al futuro apparato radicale.
  • Il passo successivo, spesso sottovalutato, è forse il più importante: asciugare il taglio. Lasciare la talea all’aria per un paio di giorni, su un piattino o della carta assorbente, evita il rischio di marciume una volta interrata.
  • Quando il taglio è diventato secco e calloso, si può procedere con la piantumazione. Serve un vaso piccolo, riempito con un terriccio per piante grasse ben drenante. Pomice, lapillo e un po’ di sabbia aiutano a mantenere l’equilibrio.
  • La talea si interra per circa un centimetro. Il terreno va pressato leggermente intorno alla base, per mantenerla dritta e stabile.

Il vaso va poi collocato in una zona luminosa ma lontana dal sole diretto. Per quanto riguarda l’acqua, meglio andarci piano: solo quando il terriccio è asciutto. Dopo qualche settimana, se tutto è andato bene, si noteranno le prime resistenze al tocco: segno che le radici si sono formate.

Talee fogliari di giada: quando il ramo è troppo piccolo

Non sempre si ha a disposizione un ramo adatto. In questi casi, anche una foglia può bastare. Certo, il processo è più lento, ma comunque efficace. Basta sapere cosa fare e avere un po’ di costanza.


  • Si parte scegliendo una foglia soda e integra, da staccare con delicatezza, cercando di non danneggiare il punto d’attacco.
  • Anche qui, fondamentale lasciarla asciugare un paio di giorni: è l’unico modo per evitare che marcisca nel terreno.
  • Una volta secca, la foglia va appoggiata su un letto di terriccio specifico per piante succulente. Non serve interrarla del tutto: basta adagiarla sulla superficie, con la base leggermente premuta contro il terreno.
  • Luce ce ne vuole, ma mai diretta. E il terreno? Sempre appena umido, mai bagnato.

Col tempo, dalla base della foglia compariranno prima piccole radichette bianche, poi minuscoli germogli. Non sempre succede subito: alcune foglie ci mettono settimane. Altre, semplicemente, non attecchiscono. Fa parte del gioco.

Cura delle nuove piantine: i primi mesi sono decisivi

Una volta formate le radici, inizia la parte più delicata. Le giovani piantine di giada sono fragili e vanno seguite con un minimo di attenzione, soprattutto all’inizio.


  • Innaffiatura: mai esagerare. Il terreno va bagnato solo quando risulta asciutto al tatto. Troppa acqua = radici che marciscono.
  • Esposizione: tanta luce, ma filtrata. Un davanzale luminoso è l’ideale, purché non arrivi il sole diretto nelle ore più calde.
  • Concime: dopo un mesetto, si può iniziare a nutrirle con un fertilizzante leggero per succulente, diluito più del normale.

Nel giro di qualche mese, con il giusto equilibrio tra luce e acqua, le piantine cominceranno a crescere e assumere la tipica forma compatta dell’albero di giada. Non sempre il ritmo è veloce, ma se si osservano le foglie, si vedrà la differenza.

Come propagare l'albero di giada da talea


Moltiplicare la giada è un esercizio di lentezza, di osservazione. Una piccola arte da praticare senza fretta, fatta più di attese che di gesti. Ma quando spuntano i primi germogli, tutto acquista senso.

Foto © stock.adobe


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